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Il San Bernardino nasce dalle montagne dell’incontaminata e selvaggia Valgrande, un enorme Parco Naturale privo completamente di insediamenti umani. Il torrente, scendendo verso valle, crea forre, pozze e cascate con panorami di rara bellezza fino ad allargarsi ed aprirsi verso la foce nel Lago Maggiore. In questo contesto di sogno una parte del fiume è stata destinata a riserva di pesca per la protezione e la tutela dell’ambiente e dei suoi pesci.

Le acque color smeraldo, ricche di ossigeno, danno vita ad un continuo alternarsi di correnti veloci, buche profonde e lunghe lame piatte, dove grandi trote stazionano in caccia di insetti e vaironi. Un ambiente unico ed inviolato giunto intatto sino a noi.

Il torrente non risente dello scioglimento delle nevi, le acque rimangono in ogni stagione cristalline e non subisce alcuna deviazione o captazione artificiale. I livelli cambiano solo in caso di forti precipitazioni.

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La riserva di pesca.

La riserva si estende per circa 5 km, dal ponte di Santino sino alla foce nel Lago Maggiore.

Il San Bernardino (affettuosamente “Sambi” per i frequentatori assidui) si presenta come un torrente di fondo valle dotato di ampio alveo, ideale per la pesca a mosca.

Il fondo, prevalentemente di ghiaia e ciottoli, offre riparo e protezione alla fauna ittica: spesso anche le trote più grosse risultano invisibili perfino a pochi metri di distanza.

In più punti le acque scorrono sotto lunghi rami di tigli e querce che offrono ombra e rifugio ai pesci più furbi e smaliziati. Le correnti sono terreno di caccia di fario selvagge e voraci, le buche sono il regno incontrastato di enormi trote che sbucano solo al passaggio di una preda ignara.

Il fiume è stato suddiviso in zona “No Kill” (tratti verdi) e “divieto di pesca” (tratti rossi). Per tutte le tecniche consentite, i tratti, i confini degli stessi ed il regolamento, si rinvia alla sezioni dedicate.

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